L’affidabilità del dato analitico in campo ambientale è imprescindibile. I risultati delle analisi sono il primo stadio sostanziale nel successivo processo decisionale. La fase analitica è spesso il passaggio meno oneroso ma decisivo per gli effetti che comporta.
Con questo documento si intende dare evidenza di come sia indispensabile applicare protocolli di qualità elevati, così da assicurare dati di partenza veritieri.
Il dato analitico deve essere infatti supportato da prove aggiuntive che ne convalidino la veridicità; l’assenza di documentazione adeguata non garantisce il valore dei risultati ottenuti. In fase di contestazione, la possibilità di esibire una serie di prove aggiuntive a sostegno delle risultanze analitiche ottenute può essere determinante per il riconoscimento della propria tesi.
Introduzione
Si intende per monitoraggio ambientale ogni forma di indagine dinamica (spazio-tempo), ricorrente e sistematica, spesso di natura principalmente chimica, compiuta su ambienti minacciati da inquinamento che ha come fine la valutazione del livello di contaminazione e l’eventuale programmazione di interventi miranti alla loro gestione o al risanamento ed eventuali azioni sanzionatorie anche di rilevanza penale.
Tali indagini normalmente valutano lo stato ambientale di un sistema in relazione ai limiti imposti dal Legislatore. Il superamento di tali limiti di concentrazione decreta lo stato di inquinamento, ma anche in assenza di una conclamata contaminazione è spesso importante registrare l’evoluzione ed il gradiente di una, seppur modesta, presenza di potenziale contaminante sia sotto l’aspetto spaziale che temporale.
La veridicità di tali concentrazioni nella descrizione di un sistema complesso ed eterogeneo come una matrice ambientale verte su molti aspetti, dal campionamento al controllo statistico del processo di analisi.
Per leggere l’intero testo: Validazione dei dati