CONTAMINAZIONE DEI SUOLI DA IDROCARBURI

“Method for the determination of extractable petroluem hydrocarbons (EPH)” Rev.1.1 del 2004

idrocarburi02In presenza di contaminazione di un “sito” la norma consente di percorrere l’iter dell’analisi di rischio piuttosto che della bonifica, intesa come rimozione del/degli inquinanti. L’analisi di rischio può consentire, infatti, un intervento economicamente meno oneroso, riducendo per esempio i volumi di terreno coinvolto nella bonifica o permettendo, per le aree con attività produttiva in essere, la continuazione dell’attività stessa.

Gli idrocarburi sono tra i contaminanti più frequenti nei siti industriali, ma  la voce “idrocarburi” include una famiglia molto eterogenea di sostanze comprendente:

  • alcani lineari;
  • alcani ramificati;
  • aromatici;
  • policiclici;
  • ecc….

Ciascuna componente presenta una tossicità e quindi una pericolosità per l’uomo e l’ambiente molto diversa, motivo per cui, nel caso di analisi di rischio, si rende necessario identificare e quantificare la presenza delle singole componenti della miscela idrocarburica.

L’ identificazione delle varie componenti è definita speciazione degli idrocarburi.

Le diverse frazioni di idrocarburi verranno poi inserite in un processo di calcolo che permetterà di identificare la concentrazione massima accettabile per poter lasciare in situ il terreno contaminato e procedere con monitoraggio nel tempo al fine di  assicurarsi che la situazione non peggiori.

Esistono numerosi software di calcolo, tra cui i più noti sono: Giuditta© realizzato dalla provincia di Milano negli anni ’90,  attualmente aggiornato alla versione 3.2; e Risk Net© versione1 dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Entrambi i software fanno riferimento al metodo di analisi Madep (Massachusetts Department of Environmental Protection).  Il metodo di analisi permette la suddivisione delle frazioni di idrocarburi alifatici ed aromatici in singole voci molto dettagliate.

Trattandosi di un metodo americano esso presenta ovviamente alcune difformità rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana. Gli idrocarburi alifatici basso bollenti per esempio sono compresi tra C9 e C18, mentre il DLgs 152/06 prevede C<12; ed ancora, secondo il Madep per idrocarburi totali si intendono gli idrocarburi da C9 a C36.

In conclusione è indispensabile, quindi,  interfacciarsi con laboratori in grado di fornire un’analisi che si attenga strettamente a quanto previsto dal metodo Maped. Ciò permetterà di poter utilizzare i dati in piena autonomia pur utilizzando software di calcolo diversi; infatti si potrà procedere con la sommatoria delle singole frazioni previste dagli algoritmi di calcolo. Rimane comunque inprescindibile la necessità di interfacciarsi con l’Autorità competente per concordare quale software utilizzare.

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