Sempre più spesso, le amministrazioni comunali sono pressate da segnalazioni e lamentele dei cittadini, in relazione a vere e proprie molestie olfattive (emissioni odorigene) più o meno persistenti e più o meno fastidiose. In taluni casi, specie negli episodi più acuti, risulta relativamente semplice risalire alla causa. Viceversa, in molte altre situazioni, la ricerca delle fonti delle emissioni odorigene moleste non è immediata e intuitiva: di fatto, risulta necessario eseguire una vera e propria indagine sensoriale, sulla base di criteri e metodologie rigorose e affidabili. Un’attività nella quale EST può vantare una solida esperienza, di cui esponiamo un esempio di un importante Comune della provincia di Bergamo.
Il contesto
Il Comune d’esempio conta circa 8.000 abitanti. Nonostante sia ubicato in una zona altamente urbanizzata e industrializzata, l’abitato è ancora circondato da aree agricole relativamente vaste, in un paesaggio nel complesso piacevole, in riva all’incassata e coreografica valle del fiume Adda.
A seguito di continue lamentele da parte dei cittadini, in relazione a “odori” più o meno intensi (molestie olfattive) e non sempre ben definiti, l’amministrazione comunale decise di affidare a EST l’effettuazione di un’indagine per valutare, nel modo più oggettivo possibile, i termini qualitativi e quantitativi di tale problema.
La metodica utilizzata
Per l’effettuazione dell’indagine è stata applicata la metodica 3883/2 dell’Associazione Tedesca degli Ingegneri (Verein Deutscher Ingenieure): “Effetti e stima degli odori – Determinazione dei parametri di molestia mediante inchieste – repeated brief questioning o panellist della popolazione confinante”. In estrema sintesi, tale metodo permette di stimare il grado di esposizione collettiva all’odore nel caso in cui, in presenza di una molestia olfattiva a danno della popolazione, se ne debba identificare la sorgente. Si tratta di un procedimento largamente utilizzato in Germania e Olanda, ma anche in Australia e Nuova Zelanda, nazioni all’avanguardia nello studio e regolamentazione di questa problematica.
Entrando nei dettagli, la metodica VDI 3883/2 prevede l’utilizzo di un gruppo di volontari (in genere da 25 a 35) scelti in modo casuale nella popolazione (population panel), il quale provvede a registrare informazioni quotidiane sulla molestia olfattiva attraverso l’uso di un apposito questionario, denominato “odour diary”. L’elaborazione finale di tali dati, unitamente ai parametri meteo-climatici forniti da centraline meteorologiche, permette di individuare con buona approssimazione la tipologia e la collocazione delle sorgenti odorigene.
In pratica, lo studio si è svolto sulla base delle seguenti, principali fasi:
- redazione del questionario “odour diary”;
- distribuzione del questionario a un numero significativo e rappresentativo di cittadini, unitamente a una illustrazione delle modalità di utilizzo e di compilazione;
- raccolta dei questionari compilati (dopo un periodo di un mese);
- raccolta dei dati meteo-climatici resi disponibili dall’ARPA in due centraline della zona;
- analisi di dettaglio del territorio circostante, ovvero ricerca, definizione e collocazione geografica di tutte le possibili sorgenti di emissioni odorigene presenti: industrie, allevamenti, aziende agricole, impianti del ciclo dei rifiuti etc.;
- elaborazione complessiva e incrociata dei dati relativi ai questionari “odour diary” e ai parametri meteo-climatici;
- relazione finale, basata tra l’altro su una serie di specifici algoritmi di valutazione.
Il questionario nel dettaglio
Il livello di complessità del questionario “odour diary” distribuito ai cittadini è nel complesso modesto, richiedendo solo un minimo di attenzione nella compilazione dei vari “campi di dati”.
Data e ora
Si tratta di indicazioni basilari, per varie ragioni, in quanto consentono di:
- correlare la molestia olfattiva alle condizioni meteo-climatiche;
- correlare la molestia olfattiva a eventuali accadimenti particolari di cui si abbia notizia: spandimento di liquami agricoli, malfunzionamento di un impianto di abbattimento atmosferico di un’industria della zona etc;
- incrociare la segnalazione con quelle di altri cittadini.
Tipologia di odore
Per facilitare l’identificazione della possibile natura della sorgente odorigena, i cittadini devono classificare la tipologia di odore in base a dieci categorie:
- 0 nessun odore
- 1 odore di concime/letame
- 2 odore di uova marce
- 3 odore di ammoniaca/pesce marcio
- 4 odore di immondizia
- 5 odore di solventi chimici/vernici/medicinale
- 6 odore di materiale in decomposizione
- 7 odore di bruciato
- 8 odore alimentare/torrefazione
- 9 odore di scarichi fognari.
Intensità
Insieme al livello di molestia (punto successivo), l’intensità permette di classificare i singoli episodi, in modo da poter selezionare e prendere in considerazione solamente i più significativi. L’intensità viene classificata assegnando un valore compreso fra 0 (impercettibile) e 6 (estremamente forte).
Livello di molestia
Questo parametro viene descritto mediante un punteggio compreso fra 0 e 5:
- 0 nessun fastidio
- 1 fastidio molto leggero
- 2 fastidio leggero
- 3 fastidio distinto
- 4 fastidio pesante
- 5 fastidio molto pesante
“Dimensioni” della molestia olfattiva
L’analisi dei questionari permette di determinare la cosiddetta “dimensione” della molestia olfattiva, che dipende da una serie di fattori, riassunti dalla sigla FIDOL:
- Frequenza;
- Intensità;
- Durata;
- Sgradevolezza (Offensiveness);
- Ubicazione (Location).
Differenti combinazioni di questi parametri possono determinare livelli di molestia più o meno importanti. Frequenza, intensità, durata ed ubicazione sono parametri quantificabili in modo relativamente oggettivo, e quindi utilizzabili per scopi regolatori; la sgradevolezza invece è un fattore chiaramente soggettivo, strettamente correlata al cosiddetto tono edenico (ovvero il fastidio che un odore può provocare sulla popolazione in termini di piacevolezza/spiacevolezza).
La relazione conclusiva
A conclusione della ricerca, è stata redatta una dettagliata relazione tecnica, ricca di tabelle e grafici (di seguito un esempio) che ha permesso di evidenziare l’origine industriale della maggior parte delle molestie olfattive, con una netta prevalenza della tipologia di odori di solventi chimici, seguita da odori di bruciato e letame.

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