Alla ricerca di PCB in campioni di fertilizzanti organici

Come noto i PCB (Policlorobifenili) sono una famiglia di sostanze organiche, composta di 209 congeneri sintetizzati dall’industria fino agli anni ’80. Negli ultimi anni l’interesse nei loro confronti è cresciuto notevolmente poiché trattasi di composti persistenti, riconosciuti a livello internazionale come particolarmente stabili, tossici per l’uomo e per l’ambiente. Dodici dei 209 congeneri dei PCB sono definiti “dioxin-like”, cioè i loro effetti sulla salute umana sono analoghi a quelli evidenziati dalle diossine, presentano cioè caratteristiche di tossicità e cancerogenicità rilevanti.
Le applicazioni principali dei PCB videro un uso come: fluidi dielettrici in trasformatori (sistema chiuso), additivi per antiparassitari e ritardanti di fiamma (sistemi aperti). Si è ipotizzato quindi che, la contaminazione dell’ambiente sia diffusa e attribuibile a perdite accidentali nel terreno da trasformatori, spargimento in agricoltura, liquami provenienti dalle discariche ed emissione in atmosfera.
L’esposizione ambientale può avvenire principalmente attraverso cibi contaminati, in particolare dai grassi animali (“Diossine Furani e PCB” – APAT 2006). E’ chiaro che se i PCB entrano in contatto con l’uomo anche per via alimentare, è quindi fondamentale il monitoraggio della loro presenza nel suolo e nelle acque.
Il Legislatore, con il D. Lgs.152/2006, ha posto limiti particolarmente restrittivi alla presenza di PCB nell’ambiente  ad esempio:  0,06 mg/kg ss per terreni ad uso verde/residenziale e 5 mg/kg ss per terreni ad uso industriale.

Il laboratorio EST svolgendo da anni, fra le altre, analisi di ammendanti del suolo, ha condotto un’indagine per valutare la presenza di PCB in questa particolare matrice coinvolta nella catena alimentare, quindi possibile fonte di Policlorobifenili.
L’analisi è stata rivolta alle seguenti tipologie di campioni: ammendanti compostati misti, prodotti ottenuti dal compostaggio di scarti da manutenzione del verde ornamentale e dalla frazione organica (RSU) proveniente dalla raccolta differenziata, fanghi, e digestati biologici.

I materiali analizzati rappresentano “matrici complesse” che richiedono una fase di purificazione adeguata per evitare falsi positivi durante le analisi.
Si è proceduto in accordo con il metodo CNR IRSA 24B Q64 Vol. 3 1988 con due purificazioni dell’estratto: l’uno con florisil e l’altro con gel di silice.
Segue tabella riportante i dati ottenuti dopo le due fasi di purificazione:

pcb

*valore soglia proposto nella bozza “End of waste” EU – 2013

È evidente che la quantificazione dopo la seconda purificazione è sensibilmente ridotta in quanto permette l’eliminazione di molecole interferenti laddove presenti.
Se l’analisi si rivolge esclusivamente ai PCB tossicologicamente più pericolosi, le concentrazioni rilevate sono le seguenti:

pcb

*Congeneri: 28, 52, 95, 99, 101, 110, 128, 138, 146, 149, 151, 153, 170, 177, 180, 183, 187, 77, 81, 105, 114, 118, 123, 126, 156, 157, 167, 169, 189

Tutti i campioni analizzati hanno evidenziato la presenza di PCB, in concentrazioni comprese tra i 14 e i 114 μg/kg ss.
Si ritiene auspicabile che in generale siano effettuati sempre monitoraggi della presenza di PCB negli ammendanti del suolo, per il ruolo che ricoprono nella catena alimentare; in particolare che il Legislatore ponga limiti per il parametro PCB negli ammendanti rivolgendosi ai congeneri più pericolosi, quali reali indicatori di possibili effetti sull’uomo, specificando correttamente l’applicazione della norma di riferimento, in particolare adottando le corrette fasi di purificazione.

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