Il problema dell’inquinamento dei suoli e delle falde acquifere da parte dei contaminanti organici di svariata natura chimica (idrocarburi, sostanze organo-alogenate, fitofarmaci, derivati dell’anilina, naftoli, pesticidi, etc.) è particolarmente rilevante in numerose zone italiane, e molto spesso è aggravato dall’elevata persistenza e tossicità di questi composti, con i connessi rischi sanitari.
Le conseguenti attività di bonifica, spesso complesse, comportano com’è ovvio una serie di rischi per i lavoratori addetti, tra cui quello biologico. Un rischio, per la verità, spesso sottovalutato, se non del tutto trascurato. Al fine di contribuire a colmare questa lacuna, l’INAIL ha pubblicato un’interessante monografia: “Il rischio biologico nel settore della bonifica dei siti contaminati”. Una linea guida prettamente tecnica, che tratta specificatamente e dettagliatamente del rischio biologico occupazionale nelle attività di bonifica, fornendo indicazioni in materia alla valutazione e al controllo dei rischi biologici durante le diverse fasi operative.
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