Rischio Legionella: valutare e prevenire

Il più delle volte trascurato, il “rischio Legionellosi” in realtà rappresenta un “rischio lavorativo” a tutti gli effetti, di carattere biologico, da valutare nel Documento di Valutazione dei Rischi aziendale, come prescritto dall’articolo 271 Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81. Tale articolo di legge fa riferimento all’Allegato XLVI – “Elenco degli agenti biologici classificati”, in cui la Legionella è classificata di “gruppo 2”, ovvero “agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche” (articolo 268 comma 1 lettera b) Decreto 81/2008).

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Il batterio della legionella al microscopio elettronico (Foto ARPA Molise)

In estrema sintesi, le Legionellosi sono malattie infettive segnalate con sempre maggiore frequenza negli ultimi anni, anche per il progressivo invecchiamento della popolazione, e per l’affinarsi delle metodologie diagnostiche.

Il batterio della Legionella vive in ambienti umidi, sia naturali, sia artificiali, con in evidenza, per quanto d’interesse, i principali impianti tecnologici idrici: vasche per idromassaggio; piscine; valvole e rubinetti in genere; nebulizzatori per lavandini, vasche e docce; apparecchiature per la terapia respiratoria assistita; tubazioni, boiler e serbatoi d’accumulo; impianti di condizionamento di vario genere etc.
La presenza del batterio è inoltre favorita da altri fattori: acqua calda (in particolare nell’intervallo di temperatura da 25 a 45 gradi centigradi) e/o stagnante (i cosiddetti “rami morti” degli impianti idrici), presenza di aerosol (docce, vasche, lavandini, aeratori dei rubinetti, bidè, idromassaggi etc.), presenza del cosiddetto biofilm e di incrostazioni, e altro ancora.

La trasmissione della Legionella è correlata, in particolare, all’inalazione d’aerosol e/o a micro aspirazione di acqua contaminata, in particolare nei seguenti, principali casi:

  • esposizione all’acqua calda delle docce;
  • uso di apparecchiature per aerosol o per nebulizzazioni (umidificatori);
  • gorgogliatori per ossigenoterapia.

Fortunatamente, per persone “sane” l’infezione è una possibilità definita “molto rara”, mentre viceversa rappresenta un pericolo concreto per soggetti anziani e già debilitati, o affetti da altre patologie. Su tale base, possiamo facilmente identificare i luoghi maggiormente esposti al “rischio Legionella”: ospedali, case di cura, residenze per anziani (RSA), studi odontoiatrici, alberghi, impianti termali e ricreativi (palestre, piscine,idromassaggi) etc.

Come prevenire

Premesso che la Legionella resiste ai normali processi di potabilizzazione, al fine di ridurre al minimo questo rischio, i responsabili delle strutture citate, e più in generale tutti i datori di lavoro, devono predisporre e attuare un piano di monitoraggio e di prevenzione del “rischio Legionella”, essenzialmente basato sulle seguenti fasi:

  • analisi e valutazione degli impianti idrici di pertinenza e dei “punti critici”;
  • periodici campionamenti dell’acqua in tali “punti critici”, per la ricerca della Legionella (in assenza di casi pregressi, tipicamente ogni sei o dodici mesi);
  • in presenza del batterio, specifiche azioni di bonifica (shock termico, iperclorazione etc.) seguite da campionamenti ravvicinati di verifica;
  • periodiche operazioni di manutenzione degli impianti idrici;
  • tenuta di un “registro d’impianto”, con attestazione documentale dei vari interventi eseguiti.

Est è in grado di fornire tutto il supporto necessario, sia all’esecuzione dei campionamenti di controllo, sia nella progettazione di un’adeguata bonifica.

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