Cosa fa?
Se inalato il radon non si deposita nei polmoni ma viene rapidamente espulso, con trascurabile contributo di dose ai polmoni. Gli effetti dannosi sono prodotti dai suoi isotopi radioattivi (radon-222, polonio-218 e polonio-214) contestualmente presenti nell’aria e veicolati dal pulviscolo che, se inalati, si depositano come solidi nell’epitelio bronchiale rilasciandovi dosi significative di radiazioni α con il possibile conseguente insorgere di tumori polmonari.
Il radon è considerato la seconda causa di morte per tumore al polmone dopo il fumo.
Per la maggior parte delle persone, la principale esposizione al radon avviene in casa, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. La concentrazione dipende molto dal terreno sottostante l’edificio. Il gas migra dal suolo e penetra all’interno degli edifici attraverso le fessure (anche microscopiche), gli attacchi delle pareti al pavimento, i passaggi dei vari impianti (elettrico, termico, idraulico).
Il radon è più pesante dell’aria, e quindi i livelli di radon sono generalmente maggiori nei piani seminterrati e interrati degli edifici.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato il radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano, fornendo indicazioni circa la necessità di intervenire sulle concentrazioni elevate di gas radon.