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RISCHIO CAMPI ELETTROMAGNETICI

LA MISURAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Campo Elettrico

COS’È IL CAMPO ELETTRICO?

Il campo elettrico viene descritto mediante un vettore E che in ogni punto indica la direzione, l’intensità ed il verso della forza che agisce su una carica puntiforme unitaria positiva; l’intensità del campo elettrico si misura in volt al metro (V/m).
Il campo elettrico è prodotto dalle cariche elettriche e deriva dai conduttori inseriti nelle prese, quindi è comunque presente anche quando un apparecchio elettrico è spento ma collegato alla rete.
Il campo elettrico è facilmente schermabile da oggetti quali legno, metallo, ma anche alberi, edifici ecc., con riduzione anche di un fattore 100 fra l’interno e l’esterno di un edificio.

COS’È IL CAMPO MAGNETICO?

Il campo magnetico viene descritto mediante un vettore B (detta induzione magnetica) definito in maniera complessa, ma in ogni caso riconducibile alla forza che in ogni punto si manifesta su una corrente elementare posta in quel punto.
Normalmente si utilizza una grandezza correlata: Induzione magnetica B, che si misura in Tesla (T).
Il campo magnetico si produce quando l’apparecchio elettrico viene messo in funzione e in esso circola quindi corrente elettrica.
Il campo magnetico non è facilmente schermabile, diversamente dal campo elettrico, pertanto risulta praticamente invariato all’interno e all’esterno degli edifici.

Campo Elettromagnetico

E I CAMPI ELETTROMAGNETICI?

Un campo elettrico può essere generato, oltre che da una distribuzione di carica elettrica, anche da un campo magnetico variabile nel tempo; analogamente, un campo magnetico può essere generato, oltre che da una distribuzione di corrente elettrica, anche da un campo elettrico variabile nel tempo. In altre parole, quando si è in regime variabile nel tempo, campo elettrico e campo magnetico divengono uno la sorgente (cioè la “causa”) dell’altro.
Grazie a questa interdipendenza, il campo elettrico ed il campo magnetico possono in quel caso essere considerati come due aspetti di un’unica grandezza fisica (il campo elettromagnetico) in grado di propagarsi a distanza indefinita dalla sorgente, un fenomeno indicato anche col termine radiazione elettromagnetica.

EFFETTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Il Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori – DLgs 81/2008, contiene una parte specifica i rischi lavorativi da esposizione a campi elettromagnetici per frequenze da O Hz a 300 GHz. Le disposizioni del Decreto riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti provocati dai campi elettromagnetici: effetti biofisici diretti effetti indiretti.

effetti biofisici diretti

effetti indiretti

effetti biofisici diretti

Effetti provocati direttamente nel corpo umano a causa della sua presenza all’interno di un campo elettromagnetico, che comprendono:

  1. effetti termici, quali il riscaldamento dei tessuti a causa dell’assorbimento di energia dai campi elettromagnetici nei tessuti medesimi;
  2. effetti non termici, quali la stimolazione di muscoli, nervi e organi sensoriali. Tali effetti possono essere di detrimento per la salute mentale e fisica dei lavoratori esposti. Inoltre, la stimolazione degli organi sensoriali può comportare sintomi transitori quali vertigini e fosfeni. Inoltre, tali effetti possono generare disturbi temporanei e influenzare le capacità cognitive o altre funzioni cerebrali o muscolari e possono, pertanto, influire negativamente sulla capacità di un lavoratore di operare in modo sicuro;
  3. correnti negli arti.
 

Gli effetti biofisici diretti dipendono fortemente dalla frequenza del campo elettromagnetico:

Campo Elettromagnetico

effetti indiretti

Effetti provocati dalla presenza di un oggetto in un campo elettromagnetico, che potrebbe essere causa di un pericolo per la salute e sicurezza, quali:

  1. interferenza con attrezzature e dispositivi medici elettronici, compresi stimolatori cardiaci e altri impianti o dispositivi medici portati sul corpo;
  2. rischio propulsivo di oggetti ferromagnetici all’interno di campi magnetici statici;
  3. innesco di dispositivi elettro-esplosivi (detonatori);
  4. incendi ed esplosioni dovuti all’accensione di materiali infiammabili a causa di scintille prodotte da campi indotti, correnti di contatto o scariche elettriche;
  5. correnti di contatto.

VALUTAZIONE E MISURAZIONE DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Come per gli altri tipi di rischi, il Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori – DLgs 81/2008 richiede a tutti i Datori di Lavoro di svolgere una valutazione dei rischi da Campi Elettromagnetici.
I limiti di esposizione a campi elettromagnetici sono espressi come valori istantanei o comunque di breve termine, quindi è richiesto che siano valutati anche i casi in cui l’esposizione dei lavoratori si verifica saltuariamente e per tempi brevi (anche pochi secondi).
Normalmente, questo tipo di valutazione non può essere svolta in modo teorico, ma richiede la misurazione del campo elettrico e del campo magnetico con apposita strumentazione.
Alcuni esempi di impianti e apparecchiature che richiedono una misurazione dei campi elettromagnetici:

  • Cabine elettriche di trasformazione
  • Quadri elettrici con correnti elettriche significative
  • Macchine e utenze elettriche con potenze significative (es. compressori, ventilatori, gruppi frigoriferi)
  • Stazioni di ricarica batterie carrelli elevatori elettrici
  • Magneti permanenti (es. per sollevamento pezzi metallici)
  • Piani magnetici per fissaggio pezzi su macchine utensili
  • Magnetizzatori/smagnetizzatori
  • Apparecchiature per elettroerosione
  • Riscaldamento e saldatura dielettrica
  • Riscaldamento e saldatura a induzione
  • Saldatura a resistenza manuale (saldatura a punti, saldatura continua)
  • Dispositivi per plasma a radio frequenza
  • Apparecchiature mediche con impiego di campi elettromagnetici per diagnosi e terapie

COSA FA EST?

EST svolge per il datore di lavoro la Valutazione dei rischi di esposizione a Campi Elettromagnetici dei lavoratori, secondo quanto previsto dal DLgs 81/2008. Richiesta ed esame delle informazioni relative al ciclo lavorativo, alle sorgenti di Campi Elettromagnetici, al personale esposto ed ai tempi di esposizione. Dopo un’accurata analisi del ciclo lavorativo e sopralluogo, vengono individuate le sorgenti che comportano esposizione significativa ai campi elettromagnetici e vengono quindi eseguite le misure strumentali dei valori di campo elettrico e/o magnetico, con impiego di strumentazioni conformi alle normative. Viene quindi svolto un confronto con i limiti fissati dalle normative e viene redatta la Relazione Tecnica di Valutazione del Rischio di esposizione a Campi Elettromagnetici, con l’identificazione delle misure tecniche e organizzative di prevenzione necessarie.